Il Feldenkrais contro l’insonnia con i movimenti mindful

Il Metodo Feldenkrais contro l’insonnia può essere una valida alternativa alle cure tradizionali che spesso prevedono l’uso di farmaci. Oltre il 95% delle persone si ritrovano ad avere problemi di insonnia nel corso della loro vita. Molti studi, articoli di riviste e giornali confermano questi dati allarmanti. “I disturbi del sonno colpiscono circa 13 milioni di italiani” – afferma Gianluigi Gigli, ordinario di Neurologia all’Università di Udine.
Vi state chiedendo come può rivelarsi utile il Feldenkrais contro l’insonnia?
Il Feldenkrais si rivela utile contro l’insonnia quando lo si considera un sistema di educazione al benessere e alla salute. Attraverso il movimento il Metodo si rivolge direttamente al nostro sistema nervoso e facilita l’apprendimento di nuovi schemi neuromotori.

Le lezioni a tema sui disturbi del sonno.

Se non conosci ancora il Metodo Feldenkrais, seguire le lezioni a tema sui disturbi del sonno ti aiuterà a comprendere il concetto di autoeducazione attraverso il movimento. La pratica migliora il movimento in generale, si acquista naturalezza nei gesti della vita quotidiana, aumenta la consapevolezza di sé e ti aiuta nella crescita personale.

Il miglioramento della fluidità e qualità dei gesti quotidiani si riflette direttamente sulla qualità del riposo notturno.

Mangiare, camminare, riposare e quindi il sonno sono tutte “azioni”, frutto di attività muscolare che portiamo a termine in un processo che parte da una intenzione per concludersi appunto in una azione. Allo stesso modo di tutte le azioni anche quella di addormentarsi e dormire è frutto di un processo attivo, volontario.

Quali sono gli atti muscolari che ci portano al sonno? In quale stato deve trovarsi il nostro organismo per conciliare il sonno?

Forse non ti sei mai posto queste domande. Non hai mai pensato al problema da questo punto di vista. Il sonno, soprattutto quando si ha difficoltà ad addormentarsi, sembra essere qualcosa di estraneo che debba arrivare da qualche parte e possederci.
Invece di cadere addormentati tra le braccia di Morfeo proviamo a “metterci tra le braccia di Morfeo”.

Possiamo usare i nostri movimenti e il respiro per indurre il sonno.

Cosa importante è che l’intero organismo deve essere portato in uno stato in cui esegue la nostra intenzione. Ma qual è questo stato nel caso in cui vogliamo addormentarci e riposare?
Le azioni muscolari e volontarie che inducono il sonno sono associate essenzialmente a tre elementi:

  1. trovare una posizione comoda, accogliente, sicura e calmare il respiro
  2. far in modo che l’attività del sistema nervoso autonomo sia regolata da quella parte chiamata Parasimpatico
  3. creare un sottofondo emotivo di tranquillità e benessere, di pensieri di benevolenza e positività.

Sembra facile e vediamo come possiamo fare. Come spiegavo nella prima parte di questo articolo, su un argomento così ampio come quello dell’insonnia, la nostra vita attuale è piena di impegni improrogabili, competitiva e stressante e naturalmente è governata da quella parte eccitativa del Sistema nervoso autonomo detta Simpatico. Il Simpatico è l’antagonista del Parasimpatico e tutta l’attività del sistema nervoso dovrebbe garantire l’alternanza del lavoro di queste due parti affinché ci sia recupero, ripristino dell’energia spesa e capacità di essere vitali, espressivi ed efficienti quando le circostanze lo richiedono.
Quindi siamo soggetti a stanchezza che può diventare cronica, a stress e insonnia quando l’alternanza del lavoro Simpatico/ Parasimpatico non è garantita, quando il meccanismo inibitorio del Parasimpatico non è in grado di funzionare e di staccare la spina per permettere il recupero e conservazione di energia vitale.

Una volta chiarita la funzione delle due parti del sistema nervoso si comprende ancor meglio come il nostro organismo può essere portato in uno stato integrato e adeguato alla funzione del sonno. Il sonno è necessario quanto la nostra attività e vitalità. Come detto sopra, il miglioramento della qualità dei gesti quotidiani si riflette direttamente sulla qualità del sonno, ma il sonno migliora l’attività quotidiana in un circolo virtuoso che possiamo alimentare sviluppando consapevolezza.


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