Il Feldenkrais: Scienza e Arte del Movimento

Ho creato questa categoria di articoli “Scienza e Arte del Movimento” perché il Metodo Feldenkrais ben rappresenta questo binomio. La scienza è rigore, metodo per cui riusciamo a spiegare quello che vediamo, quello che accade. E l’arte? L’Arte è l’espressione della parte più intima di noi stessi, è quello che produciamo quando abbiamo ancora qualcosa da dire, ma non riusciamo a farlo con mezzi che appartengono al linguaggio comune. È qualcosa di noi stessi ed è per questo unica. È strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni e “messaggi” soggettivi.

Prendiamo, per esempio, un artista a me tanto caro: Van Gogh e il suo “Notte stellata”. Sono stata ad Amsterdam nel lontano 1992 e ho visto per la prima volta tanti dei suoi capolavori in una mostra dedicata a questo genio dell’arte. Ancora oggi penso a quel viaggio come ad uno dei più belli e affascinanti che io abbia fatto!

Scrisse Van Gogh: “…guardare il cielo mi fa sempre sognare… Perché, mi chiedo, i punti scintillanti del cielo non sono accessibili come in puntini neri sulla cartina della Francia? Proprio come prendiamo il treno per andare a Tarascon o a Rouen, così prendiamo la morte per raggiungere una stella.”

Nel giugno 1889, Vincent Van Gogh dipinse la vista poco prima dell’alba dalla finestra della sua stanza del manicomio Saint-Paul-de Mausole a Saint-Rémy-de-Provence. E così nacque “Notte stellata”, opera in cui le pennellate circolari creano un cielo notturno pieno di vortici di nubi e di mulinelli stellari.

“Gli impressionisti e tra questi Van Gogh, hanno rappresentato la luce in modo diverso dai predecessori. Sembra che con rapide e marcate pennellate, siano riusciti a catturare, nei loro dipinti, qualcosa di straordinario e reale sul modo di muoversi della luce. In “Notte stellata” Van Gogh cattura il movimento nella luce delle stelle che scintilla, pulsa e si scioglie attraverso onde lattiginose del cielo blu della notte. L’effetto è causato dalla luminanza, l’intensità della luce nei colori sulla tela.”

Proprio in un periodo di profonda sofferenza Van Gogh è stato in grado di percepire ed è riuscito attraverso la sua grande immaginazione a rappresentare uno dei concetti più difficili e misteriosi  della natura: il movimento dei fluidi e della luce.

Ma cosa possiamo meglio esprimere se non ciò che ci appartiene? Riusciamo a esprimere a parole quello che più ci è chiaro, quello che vediamo in superficie e attraverso l’arte riusciamo a esprimere ciò che rimane nascosto, che proviene dal profondo della nostra anima. Van Gogh ha raffigurato forse la turbolenza per come la sentiva e la viveva, quel moto dell’anima che lo agitava tanto da essere definito genio turbolento.

Tutte le nostre intuizioni nascono dal corpo.

La vera conoscenza avviene quando confronti l’informazione che ti arriva da fuori con la reazione che hai dentro. Il pensiero creativo è solo la sintesi tra queste due cose. E l’arte e i quadri di Van Gogh ne sono un bellissimo esempio.

Tanti concetti matematici, fisici e altri ancora sono difficili da capire eppure possiamo usare l’arte per rappresentarli. Difficile da comprendere è il concetto di flusso turbolento nella dinamica dei fluidi.

“Eppure si è scoperto che c’è un preciso modello di strutture fluide turbolente nascosto in molti dipinti di Van Gogh. I ricercatori hanno digitalizzato i quadri e misurato come la luminosità vari ogni due pixel. In particolare i dipinti di Van Gogh del periodo di agitazione psicotica si comportano in modo straordinariamente simile alla turbolenza fluida. L’autoritratto con la pipa, di un periodo più calmo della vita di Van Gogh, non ha mostrato alcuna corrispondenza.”

La dinamica dei fluidi è una bella metafora per svelare le dinamiche dell’universo. Cerchiamo di capire l’acqua, per esempio, oppure la luce e le stelle, seguendone i movimenti. Forse questo stava facendo Van Gogh quella sera …

In fisica si applica lo stesso metodo: si analizza l’andamento ondulatorio degli atomi, la vibrazione delle molecole. L’ondulazione è il metodo seguito in natura da qualsiasi flusso di forza. Feldenkrais era un fisico e ingegnere e il suo Metodo è una sintesi originale di biomeccanica, neurofisiologia, psicofisica, sviluppo motorio, scienze cognitive e arti marziali.

L’approccio Feldenkrais all’educazione motoria è singolare per la sua incarnazione dei concetti dei sistemi dinamici.

In una lezione Feldenkrais puoi sperimentare un movimento “naturale”, primordiale e rassicurante quale quello ondulatorio.

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Puoi abbandonarti alle ondulazioni che sono simili al dondolio ritmico che permette al neonato, con i suoi muscoli morbidi e non ancora organizzati, di conquistare nuove possibilità che non potrebbero mai essere scoperte in una posizione statica. Un movimento di oscillazione alternante che fornisce lo slancio al metabolismo e alla mobilizzazione nello spazio. Un tipo di movimento che un tempo era molto apprezzato e che il nostro mondo civilizzato ha finito per ignorare e dimenticare. Un tempo i neonati stavano nelle culle che dondolavano e gli adulti passavano ore sulle sedie a dondolo. Abbiamo eliminato culle, amache e sedie a dondolo e con loro se ne sono andati i movimenti ondulatori con cui ci si bilanciava, ci si calmava, si meditava. Abbiamo dato spazio all’impazienza che ora caratterizza il nostro modo di vivere.

L’attenzione alla qualità del movimento potrebbe essere il modo migliore di cominciare un nuovo percorso e “chi ben comincia è a metà dell’opera”.

Trova oggi il tempo di scegliere “come” muoverti, quale immagine di te stesso/a e di movimento vuoi nutrire per trasformarti ed evolvere. Non avere idee preconcette su di te e non sottovalutare le tue capacità di trasformazione.

Decidi di proseguire nel percorso di crescita e consapevolezza. Ci vuole coraggio per mettersi in discussione, tagliare i rami secchi, rivedere le nostre relazioni. Il Movimento resta la via privilegiata per entrare in contatto con te stesso/a, per scoprire le tue risorse interiori.

Il Metodo Feldenkrais ha la peculiarità di aprire a chi lo pratica prospettive completamente nuove: è scienza e allo stesso tempo arte del movimento.

Permette di ricercare nel movimento il proprio ritmo, l’ampiezza più comoda, la durata più opportuna, il proprio piacere come espressione della parte profonda di noi, origine della vitalità e creatività.

I miei laboratori e corsi propongono un lavoro mirato e personalizzato, attraverso ”modalità di movimento” che facilitano la ricerca del modo di vivere che più ti corrisponde. Applicando con costanza queste modalità si scopre la possibilità di pensare e di agire con maggiore flessibilità, fino al punto di rivoluzionare l’immagine di sé.

Se ti interessa partecipare contattami.

*In corsivo ho riportato in parte l’articolo: La matematica di Van Gogh: la “Notte stellata” rivela un incredibile segreto.

La foto è la riproduzione dell’opera di Van Gogh “Notte stellata”.


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